Storia della cucina

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Chiara Civitillo

Cari lettori del blog di Prezioso Casa, oggi ci concediamo una lezione di storia. Tranquilli, non intendo annoiarvi, ma raccontarvi l’evoluzione della cucina nel corso dei secoli.

Cominciamo da un assunto: un tempo gli spazi adibiti a cucina erano arredati con i materiali reperibili sul luogo e realizzati secondo le necessità e le attività da svolgere nell’ambiente. Non mancavano mai: un camino a parete, un tavolo centrale, mensole e piattaie, ganci per gli utensili e pentolame. Altra presenza fissa erano le madie e i piani di lavoro sui quali preparare pane e pasta.

Il focolare centrale, pur conservando la struttura della cappa, divenne col tempo un corpo indipendente, con alcuni piccoli focolari posti in basso e un piano per la cottura nel livello superiore. A concludere, di fatto, questo primo progetto di cucina su misura vi fu l’introduzione dell’acquaio.

È bene precisare che, anticamente, le cucine erano vere e proprie officine, adibite quasi esclusivamente alla preparazione di pranzi luculliani. Poste nei piani inferiori della casa (parliamo di ville e palazzine), col tempo sono divenute più accoglienti e sono state trasferite sullo stesso piano degli altri ambienti della zona giorno.

Di lì è iniziato il vero percorso di personalizzazione dello spazio – reso di fatto abitabile e non solo adibito alla preparazione di cibi – grazie all’introduzione di: piastrelle decorate per i pavimenti, mobili per gli utensili e credenze per conservare gli alimenti. Con l’arrivo dell’elettricità nelle abitazioni (inizio Novecento) fecero il loro ingresso i frigoriferi, che sostituirono le ormai obsolete ghiacciaie.

Dobbiamo aspettare la fine della seconda guerra mondiale per vedere in cucina i mobili bassi abbinati ai contenitori pensili. Intanto l’ambiente si colora grazie a mobili rivestiti con nuovi materiali facili da lavare, come la formica. Moda e materiale provenienti dagli Stati Uniti, condizionano la nostra cultura al punto di introdurre il concetto di cucina all’americana.

Il passivo successivo è l’introduzione di lavelli in acciaio stampato, ghisa smaltata o ceramica al posto dei vecchi acquai. I frigoriferi, intanto, diventano sempre più compatti e si nascondono in colonne modulari.

Arriviamo così all’avvento delle cucine economiche: così chiamate perché, rispetto ai vecchi ed enormi camini con i fornelli sottostanti (alimentati a fiamma viva), sono più attrezzate e fanno risparmiare, riscaldando anche gli ambienti limitrofi.

Nel frattempo, l’evoluzione della cucina non si arresta: vengono scelti materiali sempre più ricercati e sicuri. Le forme sempre più modulari e componibili definiscono una profondità standard di 60 cm e larghezze con moduli di 30, 45 e 60 cm, ampliando sempre più la gamma, spaziando da 120 fino a soli 15 cm.

Arriviamo quindi ai giorni nostri. Le cucine contemporanee non hanno nulla da invidiare a quelle professionali dei ristoranti grazie a nuove tecnologie per cucinare ed elettrodomestici per tutti i tipi di cottura.

Tuttavia, se da un lato la tendenza è progettare cucine al passo coi tempi e sempre più smart, dall’altro è fortissima la richiesta di spazi che richiamino uno stile più tradizionale, in grado cioè di ricreare il fascino delle vecchie cucine del passato.

E anche per questa volta è tutto. Ci ritroviamo al prossimo post.

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